L'egoismo sano
A volte mi chiedono che cosa mi spinga a condividere idee che sembrano avere solo una tenue relazione con il mio lavoro. Si tratta di un impegno che, in fondo, richiede tempo ed energia e non porta evidenti utili economici. La prima risposta che mi viene da dare è che la realtà non è fatta a scomparti, i confini sono soprattutto costruzioni mentali perché la Vita scaturisce da un flusso continuo di materia ed energia. Una seconda risposta è che, pur rendendomi conto del mondo in cui viviamo e delle regole che lo governano, mi piace sottrarmi, almeno un pochetto, a quella che pone il profitto in cima alla scala dei valori. Dovremmo smetterla di considerare il denaro misura di tutte le cose: questo dogma è una causa infinita di conflitti, ingiustizie e infelicità. Un terzo motivo è che mi muove un sano egoismo, perché la qualità della vita dipende soprattutto dalle relazioni che abbiamo con gli altri. Condividere è il modo migliore di stabilire relazioni buone, e riflettere insieme sul senso delle cose è indispensabile per sperare in un accordo comune. Così, l’egoismo sano ci può spingere a vivere meglio: desiderando relazioni gratificanti, ricercando una visione della vita più aperta e meno conflittuale, facendo qualcosa per rendere il mondo - almeno quello dove viviamo e per quel poco che ci è possibile - un posto più accogliente. Insomma, credo sia proprio come dice un proverbio cinese (o forse svedese?): “Se ognuno si occupasse del pezzetto di strada vicino a casa sua, tutta la città sarebbe pulita”.